mercoledì 30 marzo 2011

Lo spazio nella propedeutica della danza

Il bambino impara a suddividere lo spazio della sala di danza in munti, numeri e linee.


In principio, immagina la stanza in cui si svolge la lezione come una "scatola" attraversata da linee diverse - rette e diagonali - linee originate sa numeri su punti precisi, da occupare e da percorrere muovendosi in avanti e indietro, in alto e in passo, di lato e in diagonale.
Il sistema convenzionale della successione dei punti della sala prevede una numerazione progressiva - da 1 a 8 - delle pareti e degli angoli dello spazio a partire dal lato frontale, chiamato "en face", e proseguendo in senso orario.
Il medesimo sistema - in relazione al movimento o all'esercizio - vale per ciascun bambino disposto in punti diversi della sala.
In quest'ottica il corpo diviene strumento per scoprire il mondo e accedervi; stimoli, informazioni e indicazioni vengono rielaborati attraverso lo schema motorio per giungere a percepire lo spazio, esplorandolo nelle diverse direzioni attraverso gli oggetti e le persone, riproducendolo con forme geometriche, acquisendo nozioni relative all'orientamento. Proprio nella formazione propedeutica, il bambino si costruisce un modello posturale che è in continua evoluzione: impara ce il primo stazio che abita è il sé e comincia a distinguerlo dal non sé.
Il corpo diviene, dunque, il tramite per collegare la realtà interna con quella esterna cosicché, per effetto del movimento, l'immagine dello schema corporeo evolve e si modifica ponendo l'individuo in relazione con la forma (corpo) e atteggiamento psichico (volontà).
Il bambino, perciò, agisce nello spazio con il suo mondo interiore, deve essere pronto a trasformare l'area in cui si muove o a lasciarsi trasformare da essa.
Nella propedeutica della danza, lo spazio svolge un ruolo primario e gli esercizi in funzione dello spazio stimolano il campo visivo in un rapporto di reciprocità. [...]
Lo spazio è l'oggetto di percezione diretta del bambino in funzione dell'azione e agisce su tre livelli: valutazione delle direzioni, valutazione delle distanze e localizzazione di oggetti e di persone in movimento.
Se, inizialmente, il centro di riferimento per il bambino è il proprio corpo e tutto è organizzato partendo dal corpo, in un secondo tempo il bambino può scegliere altri riferimenti, altre persone e oggetti per centrare il suo spazio d'azione.
Questo passaggio è indicativo di un cambiamento notevole che interviene nella vita psichica del bambino che, gradualmente, abbandona l'egocentrismo intellettuale e si avvicina ad un pensiero adeguato agli altri e al reale. Nello stesso tempo egli ha anche acquisito un orientamento in rapporto all'oggetto e alle situazioni e le può rappresentare simbolicamente.
La conoscenza delle situazioni in rapporto agli oggetti e alle persone che lo circondano, si traduce come una disposizione dell'individuo a visualizzare una configurazione nella quale vi sia un movimento o uno spostamento delle parti della configurazione; di conseguenza il bambino sarà in grado di percepire un ostacolo, guidare un veicolo, percepire un oggetto in movimento etc...
La corretta individuazione di questi rapporti, permette di avere gesti più precisi, più rapidi e organizzati muovendosi nello spazio secondo differenti assi d'orientamento, valutando
distanza e velocità, distinguendo e alternando l'occupazione di superficie (del gruppo) e l'occupazione di linee (lo spazio).
La comprensione dello spazio d'azione in questi termini risulta fondamentale al movimento del corpo nella danza rispetto a uno o più fonti di rappresentazione.


Da: Propedeutica della Danza di E. Ceron

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