martedì 31 maggio 2011

Ci vuole un fiore

La fantasia fa parte di noi
come la ragione:
guardare dentro la fantasia
è un modo come un altro
per guardare dentro noi stessi
(Gianni Rodari)


Dalla collaborazione tra Gianni Rodari e Sergio Endrigo, iniziata nel 1974, vengono messe in musica alcune poesie per bambini che sono ormai entrate nei classici per l'infanzia. La più famosa di queste, da cui prende il nome anche l'album, è "Ci vuole un fiore".



Ma c'è anche il limerik "Quel signore di Scandicci"



Nello stesso album si trovano anche:












lunedì 30 maggio 2011

En dehor

Quasi tutte le posizioni della danza classica si basano sul concetto dell' "en dehor" (e sul suo opposto l' "en dedans") che, letteralmente, si traduce in "in fuori". E' importante ricordare che l'en dehor non parte dal piede ma dall'anca ed è quindi importante lavorare anche se questa parte del corpo.

Una posizione en dehor delle gambe indica una rotazione delle stesse per un angolo complessivo di 180°, dove ognuno degli arti inferiori è ruotato verso l'esterno per 90°.

La gamba che lavora è en dehor

Un movimento delle gambe en dehor, invece, indica la traiettoria di un passo che comincia da una posizione avanti e termina in una indietro, come in un "rond de jambe" o in una "piruette" quando la direzione del giro è data dalla gamba che si muoverà.

Un atteggiamento del corpo en dehor è dato dal posizionamento del busto leggermente inarcato all'indietro.

Lavorare sull'en dehor, quindi sull'apertura, modifica molto il corpo della ballerina o del ballerino e deve essere affrontato con molta attenzione dall'insegnante di danza.

Uno dei primi esercizi che vengono solitamente proposti consiste nello sdraiarsi a terra supini, cioè a pancia all'aria, con le gambe stese ed unite. Ogni otto conti portare i piedi in posizione asimmetrica, ruotando il piede destro verso destra e il sinistro verso sinistra. La rotazione del piede deve essere seguita da quella della gamba fino alla coscia.
L'esercizio può anche essere ripetuto con le gambe alzate verso l'altro, con i piedi tesi o in flex.

Un altro esercizio che può essere proposto alla piccole ballerine è quello della "farfallina" che viene anche mostrato in questo divertente cartone animato prodotto dalla Rai con la supervisione di Liliana Cosi:


La trama è molto semplice: Vanessa, una bambina di otto anni, viene guidata da un'insegnate molto speciale; l'energica Fraulenin Fiamma Messerschmitt; in un training che la trasformerà da ragazzina pasticciona a provetta ballerina.

"A danza con Vanessa" è un progetto molto interessante che potrebbe essere usato nelle scuole di danza per presentare un nuovo passo, avendo anche una durata molto limitata (dai due ai quattro minuti). Nelle 13 lezioni vengono affrontati questi "temi":
  1. en dehor
  2. demi-plié
  3. le posizioni
  4. il cambrè
  5. il relevè en face
  6. attitude
  7. il grand battement
  8. l'arabesque
  9. ballare sulle punte
  10. i salti
  11. la tarantella
  12. pas des vals
  13. il lago dei cigni

Per maggiori informazioni:
A danza con Vanessa, il sito ufficiale

sabato 28 maggio 2011

Venerdì del libro: Il Palazzo della Mezzanotte

Con questo post partecipo al "Venerdì del libro" di Homemademamma.

Uno dei miei autori preferiti degli ultimi anni è lo spagnolo Carlos Ruiz Zafòn.
Famoso per come "Il gioco dell'angelo" e "L'ombra del vento", forse non molti sanno che è anche autore di titoli per ragazzi come "Il Palazzo della Mezzanotte" di cui vorrei parlare oggi.


Scritto nel 1994, ma pubblicato solo nel 2010 per problemi di diritti è il secondo romanzo scritto da Zafòn.
In questo testo lo scrittore spagnolo lascia le strade della sua Barcellona per volgere il suo sguardo delle vie di Calcutta dove si snoda la storia della Chowbar Society impegnata a scoprire il passato di uno dei suoi membri: Ben.
Dire di più vorrebbe dire rovinare questo bellissimo libro che avvolge il lettore nelle sue pagine facendosi leggere in un sol fiato.

Ecco un piccolo assaggio da una delle prime pagine:

Non potrò mai dimenticare la notte in cui nevicò su Calcutta. Il calendario dell'orfanotrofio di St. Patrick's sgranava gli ultimi giorni di maggio del 1932 e si lasciava alle spalle uno dei mesi più caldi che la storia della città dei palazzi ricordasse.
Giorno dopo giorno, aspettavo con tristezza e timore l'arrivo di quell'estate nella quale avremo compiuto sedici anni e che avrebbe significato la nostra separazione e lo scioglimento della Chowbar Society, club segreto e riservato a sette membri esclusivi che era stato il rifugio durante gli anni dell'orfanotrofio. Lì eravamo cresciuti senz'altra famiglia che noi stessi e senza altri ricordi che le storie che ci raccontavamo intorno al fuoco a notte fonda, nel cortile della vecchia casa abbandonata che sorgeva all'angolo tra Cotton Street e Brabourne Road, un casermone in rovina che avevamo ribattezzato il Palazzo della Mezzanotte, Non sapevo, allora, che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto il luogo nelle cui strade ero cresciuto e il cui fascino mi ha inseguito fino ad oggi.

Alice's Adventures in Wonderland

"Alice's Adventures in Wonderland" è una produzione del Royal Ballett di Londra su musiche di J. Talbot e coreografie di C. Wheeldon.


Il balletto, una prima assoluta che è stata in cartellone fino al 15 Marzo, prende spunto dall'omonimo romanzo di Lewis Carrol.


Nella versione di Wheeldon Lewis Carrol entra nella storia. Jack si trasforma nel Fante di cuori, Carrol si trasforma nel Coniglio bianco e la madre di Alice diventa la Regina di Cuori con effetti devastanti.


L'uso di effetti speciali presi in prestito dal teatro aiutano a ricreare alcune scene di grande effetto come quando Alice cade nel buco insieme al coniglio.


Interpreti principali:
Lauren Cuthbertson è Alice
Sergei Polunin è Jack
Zenaida Yanowsky è la Regina di Cuori
Ed Watson è il Coniglio bianco
Steven McRae è il Cappellaio matto


Le carte da gioco, stupendo esempio di uso della tecnologia a servizio della danza.


Ecco anche un piccolo assaggio della divertentissima Regina di cuori.

venerdì 27 maggio 2011

Il Carnevale degli animali

"Il Carnevale degli animali" è una delle opere più famose di Camille Saint-Saens.
Nel 1886 il compositore francese creò quest'opera che, per sua stessa volontà, doveva essere eseguita pubblicamente solo dopo la sua morte. La sua prima fu il 26 Febbraio 1922, anche se un'esecuzione privata avvenne nel 1887.
I 14 brani, tutti molto brevi, si riferiscono ciascuno ad un animale.

Il primo brano descrive l'avanzata di un leone, immaginato come il re della foresta.


Pianoforti, clarinetti, violinie viola riproduno il chiocciare delle delle galline mendre il "coccodè" è reso da note corte ed incalzanti, con l'acciaccatura sulle note alte.



Il terzo brano propone la corsa degli emioni, una sorta di asini selvatici.



Molto simpatico è il brano dedicato alle tartarughe. Il famoso Can-can viene qui proposto in versione lenta, adattandosi all'andamento di questi animali.



Il quinto brano, invece, è dedicato ai grandi pachidermi: gli elefanti. Anche qui viene ripreso un tema famoso la "Danza delle silfidi" di Hector Berlioz.



I salti dei canguri sono riprodotti da brevi successioni di note dai pianoforti.



L'acquario porta l'ascoltatore in un'ambientazione fantastica. Non a caso il motivo somiglia molto al tema della colonna sonora di Harry Potter.



I brani seguenti sono dedicati ai "personaggi dalle orecchie lunghe", al cucù, alla voliera, ai pianisti, ai fossili e ai cigni.



Io ho utilizzato questi brani per proporre un gioco/attività ai bambini della scuola dell'infanzia e al primo ciclo della primaria.
Per prima cosa ho proposto un ascolto dicendo ai bambini che il brano raccontava qualche cosa e ho chiesto a loro di immaginare cosa potesse "dire" la musica.
Successivamente ho preparato delle foto degli animali e le ho disposte in fondo all'aula e ho chiesto ai bambini, dopo aver ascoltato il brano, di provare ad abbinarlo ad un animale e di spiegare ai compagni perché avevano scelto proprio quell'animale.
Al termine dell'attività, mentre ascoltavamo il finale, ho chiesto di disegnare l'animale che preferivano o gli animali che preferivano.


lunedì 23 maggio 2011

Le sei posizioni di base nella danza classica

La danza classica è una danza d'école (scuola) basata sul principio dell'en dehors (in fuori). In questa posizione le gambe devono mostrare al pubblico la loro parte interna e questo si ottiene più facilmente stingendo i muscoli che formano la cintura addominale e i glutei, mantenendo la colonna vertebrale eretta.

Céline Cassone
La gamba che lavora è un esempio di en dehors

La testa deve essere in linea, sulla stessa verticale dei piedi, in posizione naturale. Inoltre è fondamentale la posizione del busto che deve essere sempre eretta ed allungata.

Le "sei posizioni" di base vengono eseguite tutte con le gambe tese, i glutei contratti, gli addominali tenuti e le caviglie sostenute. Le posizioni sono:

prima posizione
Prima posizione

seconda posizione
Seconda posizione

terza posizione
Terza posizione

quarta posizione
Quarta posizione

quinta posizione
Quinta posizione

sesta posizione
Sesta posizione

Alle posizioni dei piedi corrispondono altrettante posizioni delle braccia. Braccia che devono sempre essere sostenute, arrotondate e con mani morbide.

Posizioni degli Arti Superiori - Preparazione - Prima - Seconda

Posizioni degli Arti Superiori - Terza - Quarta - Quinta

I movimenti della testa completano le "sei posizioni" e, in particolare, il capo può assumere cinque posizioni fondamentali:
  • testa eretta;
  • testa alzata;
  • testa abbassata;
  • testa inclinata da un lato;
  • testa girata da un lato.
Prima posizione braccia
Prima posizione

Seconda posizione braccia
Seconda posizione

Altre posizioni braccia
Terza posizione

Terza posizione braccia
Quinta posizione

Lo studio delle posizioni fondamentali è una delle prime conoscenze che vengono apprese, prima in modo giocoso e poi in modo più serio, durante la propedeutica e i primi anni di studio accademico.



Per approfondire:
dizionario fotografico della danza classica

sabato 21 maggio 2011

Diritti alla meta

Oggi, alle ore 16.00 presso l'Angolo dell'Arte (via Stazione) di Cislago andrà in scena lo spettacolo di "gioco drammatico": "Diritti alla meta".

È in partenza un treno da una città immaginaria. Sullo stesso vagone si ritrovano alcuni strani personaggi che hanno ricevuto in dono un biglietto omaggio. Il viaggio li porterà in un luogo bellissimo, ideale. Ciascuno, a suo modo, tiene moltissimo a questo viaggio.
Ad un certo punto il treno si ferma…cosa fare? La situazione problematica porta i viaggiatori a mettersi in gioco per continuare verso la meta. Ma scopriranno che nessuno può fare ciò che vuole e che tutti si devono impegnare, nel rispetto di regole che “naturalmente” divengono necessarie, e nasce così una vera e propria piccola “Costituzione”.

La performance utilizza i linguaggi della comunicazione teatrale e si fonda sull’idea del “gioco drammatico”. Attraverso una semplice storia drammatizzata si desidera invitare i bambini e i ragazzi e le loro famiglie alla necessità di avere una vera responsabilità personale, nella consapevolezza di avere, nella nostra società, non solo diritti ma anche doveri sanciti dalla Costituzione, che vanno conosciuti e applicati nella vita quotidiana, nelle piccole cose e nelle scelte di ogni giorno, non solo dai "grandi": si può e si deve cominciare da bambini.

Il teatro; nell'ottica dell'"Educazione alla teatralità" e del "gioco drammatico"; non deve essere considerato fine a se stesso, ma deve dare vita a un'attività che ha uno scopo educativo di formazione umana e d'orientamento: supportare la persona nella presa di coscienza della propria individualità e nella riscoperta del bisogno di esprimersi al di là delle forme stereotipate, credendo incondizionatamente nelle potenzialità dell'individuo. Allena gli individui ad affrontare con maggior sicurezza il reale, li aiuta a comprendere la difficile realtà sociale in cui vivono e li sostiene nel lavoro di crescita (G. Oliva, Il teatro come strumento di formazione umana nello sviluppo della creatività e della crescita personale).
L'educazione teatrale non ha una finalità a breve ma a lungo termine , non ha una "missione" e non deve "servire" a qualcosa è un progetto di crescita umana che è portatore, nel suo stesso essere, di un valore educativo, inoltre, a differenza dell'Animazione storica, non è "contro" la cultura dominante ma ne è una voce, non rifugge le istituzioni ma cerca al loro interno spazi d'intervento continuativi (ad esempio nella scuola si prospetta da tempo che possa diventare materia curricolare). In altre parole si può dire che l'Animazione teatrale abbia lasciato i panni dell'"azione militare" basata solamente sul fare, estemporanea, connotata politicamente, per vestire anche i panni del sapere.


Maggiori informazioni sul "gioco drammatico" posso essere trovate nel testo: "L'educazione alla Teatralità: il gioco drammatico" di G. Oliva edito da XY.it editore

venerdì 20 maggio 2011

Venerdì del Libro: Isabel Allende

Con questo post intendo partecipare ad una bellissima iniziativa di Homemademamma: "Il venerdì del libro".
Il libro che vorrei proporre, o meglio i libri perché sono 3 che compongono la serie, sono:




Questi tre libri compongono la trilogia che Isabel Allende ha dedicato ai "giovani lettori".
Protagonisti dei testi sono Alex, un ragazzino di 15 anni, sua nonna Kate, fotografa del National Geographic, e Nadia, una ragazzina di 13 anni accompagnata da una scimmietta. Immersi in paesaggi da sogno i tre protagonisti, e soprattutto i due ragazzi, si ritroveranno immersi in avventure sempre più pericolose.
Ecco un piccolo assaggio del primo libro della serie:

All'alba Alexander Cold fu svegliato di soprassalto da un incubo. Aveva sognato un enorme uccello nero che si schiantava contro la finestra con un fragore di vetri infranti, penetrava in casa e si portava via la mamma. Immobile osservava il gigantesco avvoltoio ghermire la madre per i vestiti con i suoi artigli gialli, volare dalla finestra rotta e perdersi in un cielo carico di densi nuvoloni. Il rumore del vento che sferzava gli alberi, la pioggia sul tetto, lampi e tuoni gli tolsero definitivamente il sonno. Accese la luce con la sensazione di trovarsi su una barca alla deriva e si avvinghiò alla sagoma del cagnone che gli dormiva di fianco. Sapeva che a pochi isolati da casa sua l'Oceano Pacifico mugghiava, infrangendo le sue onde furiose contro la scogliera. Rimase ad ascoltare la tempesta e a pensare all'uccello nero e alla mamma, in attesa che si placassero i rulli di tamburo che sentiva nel petto.

giovedì 19 maggio 2011

Premio Andersen

Il "Premio Andersen", nato nel 1982, è il maggior riconoscimento italiano che può essere attribuito in Italia ai libri per ragazzi, ai loro autori, illustratori ed editori.
La premiazione per l'edizione 2011 avverrà sabato (21 Maggio) presso il Museo Luzzati di Genova ma i vincitori sono già stati comunicati.
La categoria "Miglior Libro" è stata suddivisa in quattro sottogruppi in base all'età dei lettori: "0/6 anni", "6/9 anni", "9/12 anni" e "oltre i 12 anni". I vincitori sono stati:
  • "Oh oh" di S. Fatus, Emme Edizioni
libro
  • "Fortunatamente" di R. Charlip, Orecchio Acerbo editore
Fortunatamente
  • "L'arca parte alle otto" di U. Hub, Rizzoli edizioni
L' Arca parte alle otto
  • "Io dentro gli spari" di S. Gandolfi, Salani edizioni

"Un libro" di H. Tullet (Franco Panini Ragazzi editore) ha vinto la categoria "miglior libro fatto ad arte".

Un libro

La categoria per il "Miglior albo illustrato" è stata vinta dal testo illustrato da F. Negrin "In riva al fiume", edito da Carlo Gallucci.

Copertina

Tra gli altri, è stato premiato anche Bruno Tognolini per il suo libro "Rime di rabbia". Un testo fantastico di filastrocche, tutte accomunate da uno stesso stema: la rabbia.
Giusto per avere un'idea di cosa si può trovare in questo testo, ecco una delle 50 poesie presenti nel libro.

Come due gatte
Voi litigate
Poi mi chiedete
Tu con chi stai?
E io paziente
Non dico niente
Ma nella mente
Penso così
Conta la conta
Chi è la più tonta
Rima la rima
Chi è la più scema
Filo che lega
Chi se ne frega
Io sto col gabbiano
Che vola lontano

Come "personaggio dell'anno" è stato premiato uno dei miei preferiti: "La schiappa".


Greg incarna perfettamente tutti i "ragazzi normali" del 2011, chiamati ad affrontare i problemi di tutti i giorni.
Nei "Diario di una schiappa" il testo viene intervallato da fumetti, capaci di far sorridere e, nello stesso tempo, riflettere i più grandi.

L'elenco di tutti i vincitori può essere trovato sul sito ufficiale del premio.

mercoledì 18 maggio 2011

Gli asparagi bianchi di Cantello

A pochi chilometri da Varese e sul confine con la Svizzera, su un altopiano, sorge il paese di Cantello conosciuto oltre che per le bellezze artistiche ed ambientali anche per la produzione degli asparagi.


Gh'è on paes in Lombardia
che mi piace da morir
l'è on paes de poesia
l'è cresû in mez ai fiori.

La mattina quando ti svegli
già te penset: ma quand ven mèzdì
con gli asparagi non sbagli
te stet ben per tutt el dì.

Mangia e bevi in compagnia
a Cantello se sta ben
e se avrai la nostalgia
se rivedom l'ann che ven.
G. D'Anzi


Il termine asparago (dal greco aspharagos e dal persiano asparag che significa germoglio) può designare sia l'intera pianta che i germogli della pianta Asparagus officinalis L. una specie di angiosperma monocotiledone. L'asparago possiede particolari proprietà diuretiche, viene apprezzato dai buongustai e ha alle spalle una storia millenaria.


Alcuni coltivazioni di asparagi, come quella di Cantello, si distinguono soprattutto per aspetto, sapore e tipologia di coltivazione; la composizione chimica, invece, risulta pressappoco la stessa. L'asparago bianco, ad esempio, è tale in quanto viene coltivato in assenza di luce, così facendo viene bloccata la fotosintesi naturale.


In cucina si distinguono tre macrotipi di asparagi:
  • l'asparago bianco, che germogliando interamente sotto terra ha un sapore delicato;
  • l'asparago violetto, dal sapore molto fruttato, è in realtà un asparago bianco che riesce a fuoriuscire dal suo sito e, vedendo la luce acquista un colore lilla abbastanza uniforme;
  • l'asparago verde che germoglia alla luce del sole come quello violetto, ha però un sapore marcato e il suo germoglio possiede un gusto dolciastro. E' il solo asparago che non ha bisogno di essere pelato.
In cucina si utilizzano germogli verdi o bianchi: gli steli dovrebbero essere duri, flessibili, resistenti alla rottura.
L'asparago può essere servito in varie maniere e, a seconda delle tradizioni locali, esistono diverse preparazioni tipiche. Una ricetta molto usata, che si può preparare sia con gli asparagi verdi che con quelli bianchi. è "Gli asparagi alla Bismarck".


Ingredienti per persone:
20 asparagi
4 uova
20 g di Grana Padano
prezzemolo tritato
20 g di burro
sale e pepe

Mondate gli asparagi, eliminando la parte più dura, lavateli, sbollentateli in acqua salata, sgocciolateli al dente e disponeteli in un tegame con il burro, quindi appoggiate le uova sgusciate, salate e pepate. Cuocete a fuoco moderato e servite la preparazione nel piatto da portata con il Grana Padano grattugiato e il prezzemolo tritato.

Per chi vuole unire ad una gita gastronomica anche la visita di qualche piccola bellezza artistica Cantello permette di visitare la chiesa romanica di Madonna in Campagna ed ammirare un quadro ad olio del pittore Adolfo Polaroli (1862-1952) esposto nella Sala Consigliare del Palazzo Comunale.
Il quadro raffigura una "Battaglia Garibaldina", forse avvenuta la sera del 22 agosto 1848 nei pressi di Gaggiolo - Ligurno fra la compagnia garibaldina guidata da Medici ed una pattuglia austriaca.



Per maggiori informazioni:
Cantello su Wikipedia

venerdì 13 maggio 2011

Divertirsi per apprendere

On line si trova un sito molto carino promosso da Rai Educational che propone, nelle scuole, di apprendere attraverso la TV e il web.
Non essendo una docente non ho accesso a "risorse" come: giochi, canzoni, storie, lavoretti, ... Si possono, invece, tranquillamente vedere le puntate dei vari programmi che vengono proposti.
Il MIUR, attraverso questo progetto, vorrebbe favorire lo studio dell'inglese e dell'italiano nella scuola dell'infanzia e nella primaria.
I programmi sono divisi per difficoltà ed interessi in tre categorie:
  • bambini (blu),
  • ragazzi (rosso),
  • docenti (verde).
E a seconda della lingua appare, di fianco al link, una "e" blu (inglese) o una "i" rossa (italiano).

Tra i vari programmi, in inglese, c'è anche "Spot's Musical Adventures" basato sui famosissimi libri di E. Hill.


In ogni puntata il cagnolino Spot si trova ad affrontare semplici azioni della vita di ogni giorno. Insieme a lui i bambini possono apprendere le parole e le espressioni basilari della lingua inglese.
Sul sito ufficiale di Spot sono proposte diverse attività:
  • le avventure con Spot,
  • giochi,
  • incontra gli amici la famiglia di Spot,
  • crea una storia,
  • download,
  • visione di alcune puntate di "Spot's Musical Adventures",
  • colora e crea con Spot,
  • creare e stampare il materiale per organizzare una festa a tema,
  • una parte dedicata ai più piccoli.
La televisione, nell'ottica di questo progetto, viene considerata come un potente mezzo educativo ma, come ha più volte sottolineato Letizia di Bilingue per gioco, la televisione da sola non basta. E' necessaria un'interazione nel "reale" tra bambini ed adulti per uscire dalla logica dei fruitori passivi.


Per maggiori informazioni sull'apprendimento di una lingua straniera e per avere qualche risorsa in più vi segnalo qualche sito scovato nella rete:
il sito ilD
Nick Jr., sito si un'emittente americana che, tra le altre cose, propone materiale per l'apprendimento dello spagnolo da parte di anglofoni
ICDL, acronimo che sta per Biblioteca digitale internazionale per bambini

giovedì 12 maggio 2011

Edward Lear

There was an Old Man with a beard,
Who said, 'It is just as I feared!
Two Owls and a Hen,
Four Larks and a Wren,
Have all built their nests in my beard!


Edward Lear, nato a Londra nel 1812, è stato uno scrittore e un illustratore famoso per i suoi nonsense e per le illustrazioni che spesso corredavano le sue opere. In particolare Lear utilizzava i limerick cioè brevi componimenti che avevano l'intento di far ridere o quanto meno sorridere.
Le origini dei limerick sono ignote e diversi istituti prestigiosi hanno avanzato ipotesi sulla loro nascita. L'Oxford English Dictionary, già nel 1898, sosteneva che i limerick provenissero dalla tradizione di recitare versi di nonsense durante i matrimoni.
Rodari, nella sua "Grammatica della fantasia" presenta i limerick come strumento per incentivare la creatività. La struttura è molto rigida ed è riassumibile con il seguente schema che, per ogni verso, ne indica il contenuto e lo schema metrico:

I° verso presentazione di un personaggio con un aggettivo A
II° verso qualità del personaggio A
III° verso azione B
IV° verso azione B
V° verso ritorno del protagonista con un epiteto A

Nel testo "Il libro dei nonsense" (Einaudi, Torino 1970) si trova un limerick di Lear nella traduzione di Carlo Izzo:

C'era un vecchio di Caltagirone,
con la testa non più grande di un bottone;
quindi, per farla sembrare più grande,
comperò una parrucca gigante,
e corse su e giù per Caltagirone.

Hanno scritto limerick anche autori molto famosi come L. Carroll, J. Joyce ed il premio Nobel per la letteratura B. Russell.

Edward Lear, nella sua carriere parallela di disegnatore, oltre ad illustrare i suoi limerick viene ricordato anche per le illustrazioni zoologiche e i disegni topografici.

Barnard's Parrakeet




Maggiori informazioni su questo autore si possono trovare qui.

mercoledì 11 maggio 2011

Martha Graham

C'è una transizione del pensiero fra il XVIII e il XIX secolo. Noi siamo posseduti da una vitalità nuova. Certe profondità dell'intelletto vengono ora scandagliate. La grande arte non ignora mai i valori umani, anzi vi affonda le proprie radici. E' per questo che le forme cambiano. Nessun'arte può passare inalterata attraverso un periodo così vitale come quello in cui viviamo. L'uomo sta scoprendo se stesso come mondo a sé stante.
Martha Graham, 1937


Martha Graham nasceva 118 anni fa in Pennsylvania da genitori rigidamente presbiteriani, ostili alle tendenze teatrali che la figlia aveva cominciato a manifestare fin dagli anni dell'adolescenza. Il padre era medico specialista in malattie mentali, e la Graham racconta di aver imparato da lui a considerare il movimento come l'elemento per rivelare l'individuo: mentre le parole possono mentire oppure possono non essere comprese, il movimento non mente mai. E' nell'azione, afferma, e non nei discorsi che gli uomini si definiscono come sono.
In California, dove si era trasferita con la famiglia, Martha Graham vide per la prima volta uno spettacolo di Ruth St. Denis; da quel momento prese la decisione di dedicarsi alla danza. Nel 1916 iniziò a studiare alla scuola Denishawn, e tre anni dopo fece il suo debutto teatrale nella parte protagonista in Xochitl, un dramma danzato di ispirazione azteca creato per lei dal suo insegnante Ted Shawn. Nel 1923 lasciò la compagnia Denishawn, della quale aveva fatto parte per quattro anni, e a partire dal 1926 cominciò a creare le proprie coreografie, che rappresentava insieme alla compagnia indipendente da lei formata nello stesso anno, composta da altri tre danzatori. Da questo momento fino al 1929, anno in cui avrebbe presentato Heretic, primo esempio compiuto di uno stile di danza nuovo e personalissimo, è compreso il periodo più delicato della sua maturazione artistica, quello che segnò un progressivo distacco dal passato in nome della ricerca di moduli espressivi originali.


Questa fase di sviluppo è contrassegnata da alcune prime creazioni, danze "di carattere" oppure di ispirazione orientale, ancora perfettamente in linea con lo spirito della scuola Denishawn.
Nel 1929 lo sviluppo artistico della Graham era ormai completo, tramite la formazione di una specifica concezione della danza, sconcertante per la sua novità di forme e contenuti.



Heretic, rappresentata appunto nel '29, è una composizione coreografica in cui la sua creatrice mostra di essersi definitivamente liberata delle sovrastrutture del passato: la danza, semplicissima nella sua struttura, è già indicativa di quel genere scarno e lineare che caratterizza le composizioni degli anni successivi. Sulla melodia ripetitiva di un canto popolare bretone, il coro dei danzatori svolgeva una dinamica di movimento più potenziale che attuale, compressa in posizioni piuttosto statiche, significative di ostilità e intolleranza, mentre la figura danzante nell' "a solo", l'eretico, si muoveva con maggiore libertà ma producendo anch'essa un effetto di compressione di energia. Il tema dell'eretico è significativo della presa di coscienza artistica della Graham, ormai consapevole del proprio ruolo di iniziatrice di una grande rivolta espressiva che, come tutte le trasgressioni radicali, avrebbe incontrato molti oppositori.
Da questo momento si fa predominate negli intenti della coreografa americana la volontà di incarnare nelle sue creazioni i grandi miti dell'uomo, attinti dall'arte e dalla religione di ogni tempo e di ogni popolo.
Nel 1931 crea Primitive Mysteries, che solitamente viene considerato il suo capolavoro.



Opera basata sui rituali degli indios cristianizzati dell'America, questa coreografia riproduce, in linee di movimento estremamente austere e al tempo stesso dense di emozione, la celebrazione di alcuni misteri cristiani adattati allo spirito di un popolo primitivo che, nell'appropriarsene, ne ha alterato la natura secondo le proprie esigenze specifiche. La musica, composta appositamente da Louis Horst, è basata su modulazioni ritmiche tipicamente indiane e crea un'intensa atmosfera rituale. La composizione coreografica raffigura un gruppo di donne che celebrano la Vergine Maria e ne ripercorrono la vicenda, tramite la rappresentazione del dolore di fonte al crocifisso e l'esplosione di gioia dopo la resurrezione.


Tratto da: "La danza moderna" di L. Bentivoglio

martedì 10 maggio 2011

L'arte per bambini



La storia dell'arte non è mai stata così divertente per i bambini.
"L'arte con Matì e Dadà", in onda dal lunedì al venerdì su Rai Yo Yo, catapulta i bambini negli atelier dei grandi maestri della pittura, in un'avventura alla scoperta dell'arte. Ogni episodio è un'avventura e un nuovo mistero da risolvere.



Il cartone animato, ideato da Giovanna Bo e Augusta Eniti è correda da un bellissimo sito interattivo utile per "approfondire" gli episodi.

lunedì 9 maggio 2011

Teatro e handicap

Il termine "handicap" deriva da una pratica ippica inglese dove uno o più esperti, detti handicapper, stabiliscono una scala di valori attribuendo il peso (handicap) che dovranno portare in gara i singoli cavalli. L'idea dietro questo procedimento è quello di garantire le stesse possibilità di vittoria ad ogni cavallo pareggiando le abilità.
Ogni cavallo è diverso dall'altro, così come ogni uomo è diverso dall'altro: biologicamente e fisicamente la "normalità" non esiste. Anche nel corso della vita l'uomo non è mai "normale" in quanto ha bisogni sempre diversi. La "normalità" è definita culturalmente e, su questo concetto, si basa tutto il lavoro di Vittorio Lanternari che ha studiato il concetto di salute/malattia e il conseguente concetto di "normalità" nelle diverse culture.

Antropologicamente il teatro nasce da tre realtà differenti: il pubblico, la scena e l'interazione tra pubblico e scena.
Il desiderio di fare teatro nasce dalla narrazione ed è un'esperienza e un bisogno che accomuna tutti gli uomini. Quest'arte diventa quindi uno strumento per costruire una società, educare, ...
Il teatro mostra, in un tempo diverso, soprattutto ciò che è altro (alterità etnica, politica, l'handicap) per condurre lo spettatore a capire meglio il contesto in cui vive e sé stesso.

Un approccio che introduca l'handicap nel teatro, e più in generale nelle arti espressive, permette di approcciare in modo più positivo e non pietistico l'alterità.



David Anzalone, nato a Senigallia nel 1976, vive l'handicap in prima persona e non lo considera un limite.
Anzalone è attualmente in teatro con uno spettacolo "Targato H" che è la rappresentazione di due modi di intendere la vita; l'ottusità di chi si lascia ingabbiare nel pregiudizio opposta alla consapevolezza di chi guarda in faccia la realtà.
Anzalone è anche autore di un libro "Handicappato e carogna".



I "Ladri di carrozzelle" sono un gruppo romano nato nel 1989 la cui formazione iniziale era composta da persone con disabilità accomunate da una passione: la musica rock e in desiderio di diventare una rock band.
Il nome della band sembrerebbe derivare da un film del 1989 di M. Ferreri "El Cochecito" o, forse, una rivisitazione del film del 1948 "Ladri di biciclette".
I "Ladri di carrozzelle" hanno fondato Area 22, una scuola di rock per ragazzi disabili.

Da alcuni anni la Cooperativa sociale Nazareno organizza un festival molto particolare "Il festival internazionale delle abilità differenti".
La manifestazione, nata nel 1999 ha lo scopo di puntare i riflettori sulla valorizzazione della persona, partendo dall'assunto che, ciascuno al di là del limite, possa sempre puntare all'eccellenza. L'arte costituisce nel contempo il mezzo e il fine, il perseguimento e il raggiungimento di questa eccellenza. Attraverso l'arte si può tendere a qualcosa di grande, al pieno raggiungimento della propria realizzazione.



Per maggiori informazioni:

giovedì 5 maggio 2011

Il 5 di Maggio nel mondo

La festa dei bambini

Oggi, 5 maggio, in Giappone termina quello che viene chiamato "Golden Week"; un periodo in cui sono concentrate varie festività nazionali.
In questa giornata vengono festeggiati i bambini e viene augurato loro un futuro di salute e felicità.
Le famiglie con bambini costruiscono ed espongono i tradizionali Koinobori, piccole bandiere colorate a forma di carpa e una bambola vestita da samurai che rappresenta Kintaro, il "bambino d'oro". Secondo un'antica leggenda cinese le carpe sarebbero capaci di nuotare contro corrente e di risalire altissime cascate, trasformandosi in possenti draghi: così le piccole bandiere nuotano contro vento e rappresentano l'augurio che i bambini crescano tenaci e robusti come le carpe.


Altri aspetti caratteristici di questa festa sono gli aquiloni, i dolci di riso farciti con pasta di fagioli dolci e i dolcetti di riso avvolti in foglie di bambù.
Questa festa sembra avere origini molto antiche, risalenti forse al V-VI secolo d.C.
In origine il 5 maggio si svolgeva la festa dedicata ai soli figli maschi, mentre il 3 marzo si svolgeva quella dedicata alle ragazze. Nel 1948 il governo ha deciso che la giornata del 5 maggio venga dedicata alla festa di tutti i bambini.

Attività


Cinco de Mayo

Più di 100 anni fa, la Francia ha iniziato una guerra contro il Messico. Nella città messicana di Puebla, famosa per la presenza di due forti, 2.000 soldati messicani guidati dal generale Ignacio Zaragoza fermarono le truppe francesi costituite da più di 6.000 uomini. Molte furono le perdite tra i soldati francesi e uno dei due forti venne distrutto durante quella che verrà ricordata come la Battaglia di Puebla.
Oggi il Cinco de Mayo viene festeggiato con sfilate, danze e cibi particolari.


Attività

mercoledì 4 maggio 2011

Rudolf Nureyev

La danza è tutta la mia vita. Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno. Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa via non si può più tornare indietro. E' la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei "quando finirò di vivere".


Rudolf Nureyev nasce su un treno nel 1938. A 19 anni è già uno dei più grandi ballerini della Russia. Nel 1961 rifiuta il rimpatrio forzato da Parigi, impostogli dal governo russo: rivedrà il suo Paese solo nel 1989. Intanto diventa una stella del ballo anche in Occidente.
Nureyev contrae l'AIDS agli inizi degli anni '80 e muore a Parigi nel 1993, all'età di 54 anni.


Nel 1986 Nureyev crea per l'Opéra di Parigi un'innovativa versione del balletto "Cenerentola", sulla celebre partitura musicale di Prokofiev. E' sempre la storia di un sogno che diventa realtà, ma è ambientata nel mondo cinematografico della Hollywood degli anni Trenta.



La fata viene sostituita da un produttore cinematografico, che nella versione originale viene interpretato dallo stesso Nureyev; il principe è un famoso attore, ...
Molti sono i riferimenti al cinema dell'epoca, partendo da Charlie Chaplin e passando per Fred Astaire e King Kong.
Interpreti della prima versione, che è quella proposta nel video sopra, sono Sylvie Guillem e Charles Jude.

martedì 3 maggio 2011

I 10 comandamenti della lettura ad alta voce

Mem Fox, nel suo libro "Baby prodigio" propone i "10 comandamenti" della lettura ad alta voce.


  1. Dedicate alla lettura ad alta voce almeno dieci minuti di pura felicità al giorno, per tutti.
  2. Leggete almeno tre storie al giorno, o tre volte la stessa storia. I bambini hanno bisogno di ascoltare moltissime storie prima di iniziare a imparare a leggere.
  3. Non siate monotoni e noiosi, scatenatevi, divertitevi e ridete molto.
  4. Leggete con gioia e con piacere: deve essere un piacere per voi e una gioia per chi vi ascolta.
  5. Leggete molte volte le storie preferite dei bambini, ognuna con le sue modalità ed intonazioni.
  6. Offrite molte parole ai bambini: parlate delle figure del libro, cantate, recitate filastrocche.
  7. Rime, ritmo, ripetizioni: per i più piccoli scegliete libri che ne siano pieni; e che siano brevi.
  8. Giocate con le rime, con le lettere e con tutto ciò che vedete sulla pagina. Ma ricordate: è un gioco, non un lavoro!
  9. Non insegnate mai e poi mai a leggere, e non create un'atmosfera tesa attorno ai libri.
  10. Mamme e papà, vi prego: leggete ad alta voce tutti i giorni, ma solo perché amate stare con i vostri bambini, non perché è la cosa giusta da fare.

Mem Fox è una scrittrice australiana di libri per bambini e un'educatrice specializzata in alfabetizzazione. Fino al 1996, anno del suo pensionamento, Mem Fox ha ricoperto la cattedra di "Studi di alfabetizzazione" alla Flinders University .

lunedì 2 maggio 2011

Disegna e racconta

In america è molto in voga il "Draw and Tell", una tecnica di animazione che consiste nel raccontare una storia mentre si disegna.



Questa tecnica, che si presta molto con i bambini della scuola dell'infanzia, coniuga narrazione ed azione, portando ad una commistione tra "oggetti di scena" e storia.
Secondo me è un molto diverso e divertente per avvicinare i bambini al "racconto", all'inaspettato e, perché no, al piacere di leggere.

Per maggiori informazioni potete guardare qui

domenica 1 maggio 2011

Euroflora 2011

Dopo 5 anni è tornata a Genova "Euroflora", la più grande manifestazione di piante e fiori da tutto il mondo.