lunedì 21 maggio 2012

"Responsabilità", questa sconosciuta

In questi giorni molto tristi per il nostro Paese in cui una ragazza di 16 anni ha perso la vita a causa dell'esplosione di una bomba davanti alla sua scuola e 6 persone sono decedute per il terremoto oggi mi sono trovata a riflettere sul senso della parola "responsabilità".


Il dizionario della lingua italiana definisce "responsabilità" come "la condizione di dover rendere conto di atti, avvenimenti e situazioni in cui  si ha una parte, un ruolo determinante".
Oggi è importante riprendere questa parola, non fuggirla, piuttosto correrle incontro non solo nell'età adulta. La responsabilità è una cosa che si impara, fin da piccoli. Oggi; come sottolineano molto autori; i bambini non sono autonomi, non sanno rispettare le regole e non sanno portare avanti con impegno e costanza i doveri della propria età.


Per i più piccoli (4-5 anni) "responsabilità" potrebbe voler dire giocare avendo cura dei propri giochi e, nel caso uno si rompesse, ammettere il proprio errore.
Con l'inizio della scuola "dell'obbligo" il senso di responsabilità dovrebbe crescere: attenzione al materiale scolastico, svolgimento dei compiti, studio, gestione della paghetta, ...


Nella mia esperienza; prima come studentessa e poi come educatrice; ho visto moltissimi ragazzi con la "responsabilità" sotto le scarpe: saltare la scuola in concomitanza di verifiche o interrogazioni; stigmatizzare professori che richiamavano la famiglia a riguardo del comportamento dei figli; partecipare a manifestazioni e scioperi di cui non si conosceva neppure la causa; ...
In questi casi la famiglia gioca un ruolo importantissimo: come possiamo pretendere "responsabilità" da chi ci governa se in primis nella famiglia e nella scuola delegittiamo questa pulsione?


Il senso di responsabilità non è solo "il rispettare una norma giuridica", cioè tenere o meno un certo comportamento. La responsabilità è anche un fatto morale che può; come in questo caso; investire tutta la comunità che si senta violata nei propri diritti.

Melissa; la ragazza morta nell'attentato a Brindisi; con responsabilità quella mattina ha preso il pullman ed invece di andare a farsi un giro in città si è diretta verso il cancello della scuola. Con responsabilità avrebbe affrontato la giornata, le interrogazioni, i compiti in classe e tutto quello che le avrebbe riservato il futuro se una bomba non avesse posto fine alla sua vita.
Anche i quattro operai morti in Emilia con responsabilità si erano diretti al lavoro per il turno di notte e nelle proprie fabbriche hanno trovato la morte.

Come educatrice penso che sia importante sviluppare le conoscenze scolastiche ma forse una particolare attenzione dovrebbe essere dedicata anche a quelle competenze "civili" che aiuterebbero società ad evolvere creando cittadini più consapevoli.
In questo percorso le "materie scolastiche" dovrebbero essere messe al servizio delle "competenze civili": la storia dovrebbe essere presentata come uno sguardo sul passato, utile per capire il presente e comprendere gli sbagli del passato; la letteratura propone scorci più o meno autentici sul mondo offrendo una rilettura personale dell'autore; ... In questo modo penso che molte materie acquisterebbero fascino anche agli occhi degli studenti che nonostante tutto quello che si dica, sono bramosi di informazioni ma solo su quello che gli appassiona.

1 commento:

  1. A scuola noi abbiamo parlato dell'argomento, invece del "solito" minuto di silenzio, abbiamo preferito promuovere una riflessione sull'accaduto e devo dire che è stato più proficuo...
    Vorrei approfittare inoltre per invitarti lunedì 28 a Love of learning, il mio linky party che questa volta ha come tema "imparare viaggiando", ti aspetto!

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