sabato 10 novembre 2012

La vita e le arti espressive come veicolo di comunicazione nell'universo della disabilità

L'arte ha la capacità di includere quattro aspetti:
  1. i codici o il prodotto;
  2. il processo;
  3. gli aspetti individuali ed emotivi;
  4. gli aspetti relazionali.
Sa guardiamo all'arte dal punto di vista della persona disabile è importante sottolineare che questa offre un possibile canale per mettere in gioco in modo socialmente condivisibile e attraverso l'uso di un linguaggio convenzionale, le proprie caratteristiche personali al di fuori di qualsiasi etichettamento diagnostico.


I prodotti artistici devono essere codificati, cioè leggibili da qualunque fruitore. Questo presuppone che l'artista, abile o disabile, esca dal proprio egocentrismo.

L'arte, inoltre, è lo spazio della creatività e della creazione, l'area intermedia o transizionale dell'esperienza dove le persone possono sentirsi artefici e lasciare una traccia di sé nel mondo. E' l'antidoto, mai del tutto raggiunto e faticosamente inseguito, alla ferita narcisistica e al senso di impotenza.
La creatività, nei bambini, nasce nel momento in cui il bisogno non viene soddisfatto o viene soddisfatto non immediatamente. In questi momenti i bambini scoprono la capacità di creare con l'immaginazione ciò che li può soddisfare.

L'arte offre la possibilità, infine, di sviluppare le diverse abilità dove la ricerca stilistica, formale e di contenuto, permette alle intelligenze multiple di prendere forma e di espandersi, in una prospettiva incrementale e non entitaria dell'essere.


La teoria delle "intelligenze multiple", proposta da Gardner, identifica diverse aree:

  • interpersonale;
  • linguistica;
  • logico matematica;
  • naturale;
  • musicale;
  • espressione corporea;
  • artistica.
L'arte è un possibile mezzo per esprimere vissuti emotivi ed un luogo in cui è possibile un incontro interfacciandosi con l'altro.
Dal punto di vista degli operatori che lavorano con persone affette da disabilità, l'arte è un mezzo per conoscere la persona attraverso uno sguardo poetico ed estetico; cioè con "il senso dello stupore". Questo è lo sguardo che non ha paura di farsi incantare come capita osservando, ad esempio, queste opere create da soggetti disabili:

Stephen Wiltshire, autistico

Keith Salmon, non vedente

Lisa Fittipaldi, non vedente

Jessy Park, autistica

In quest'ottica l'arte porta alla consapevolezza del sé attraverso il processo artistico ed è proprio nel processo che si vengono ad incontrare le creatività dei partecipanti, è questo il vero momento artistico, mentre il prodotto non è altro che un momento di verifica e di incontro con l'esterno.
Ogni individuo che vuole fare "arte" è chiamato a creare il proprio modello artistico, uscendo dalla logica dell'imitazione e dei modelli canonici che vengono solitamente proposti.
L'arte allora, o meglio il laboratorio artistico, dovrebbe:

  • aprire verso l'altro;
  • consentire l'esternazione del proprio sé;
  • permettere di entrare in relazione con la propria sfera emozionale;
  • sviluppare il proprio modello di sé, la propria individualità;
  • lavorare sui limiti;
  • creare il bello ovunque.

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