domenica 29 aprile 2012

Giornata internazionale della danza

Da ormai trent'anni il 29 Aprile si festeggia la Giornata Internazionale della Danza su iniziativa del Comitato Internazionale della Danza dell'Istituto Internazionale del Teatro.
La data del 29 Aprile è stata scelta per commemorare la nascita di Jean-Georges Noverre (1727-1810), stimato coreografo ed inventore del balletto moderno.

In questa giornata si festeggiano tutti i tipi di danza, espressioni corporee di sentimenti più profondi. Ecco quindi una carrellata di stili, giusto qualche esempio, perché le forme artistiche sono pressoché infinite.

Danze storiche

Danza classica

Danza indiana

Break dance

Danza televisiva

Movimento creativo

Balli standard

Danze latino americane

Balli di gruppo

Moltissimi altri possono essere i generi di danza, tutti hanno una loro storia e una loro dignità in quanto espressioni di un desiderio umano.
Per un appassionato o un praticante penso sia importante riflettere e conoscere le origini della propria disciplina, perché questo permette una maggiore consapevolezza dei passi o degli esercizi che vengono svolti durante le lezioni o le esibizioni.

venerdì 27 aprile 2012

Venerdì del libro: Lupo Lupetto, cosa mi metto?

Oggi, per il "Venerdì del libro" di homemademamma voglio proporvi un libro scoperto proprio ieri in libreria:

Il libro di Elèonore Thuillier è una sorta di telaio delle allacciature portatile e narrativo.

Lupo Lupetto deve prepararsi per uscire ed è molto soddisfatto di essere in grado di vestirsi chiudendo cerniere, annodando lacci e abbottonando la giacca.
In ogni pagina cartonata si presenta una nuova sfida che va dalle zip ai bottoni alle chiusure delle salopette per far esercitare la motricità fine dei piccoli lettori (consigliato dai 4 anni, ma secondo me può essere proposto anche prima).

Le illustrazioni sono molto carine e i materiali con cui sono realizzati i vestiti mi sembrano molto vari, proponendo così anche uno stimolo sensoriale.

Per chi volesse approfondire il tema del "telaio delle allacciature" vi propongo questo post.

martedì 24 aprile 2012

Cosa fare con gli avanzi dei cestini natalizi? Le lenticchie

Una cosa che non manca mai nei cesti natalizi sono le lenticchie: un seme di un'erba annuale originaria dell'Asia sud Occidentale.


In Italia le lenticchie vengono usate soprattutto la notte di San Silvestro per accompagnare lo zampone o il cotechino. Ma cosa farne gli altri giorni?
Oltre alle classiche lenticchie in umido vi propongo due ricette "alternative".

CREMA DI LENTICCHIE


Questa ricetta è veramente molto molto semplice.
Per prima cosa mettere in ammollo le lenticchie per un paio d'ore ed eliminare quelle che vengono a galla.
Seguendo le indicazioni della confezione cuocere le lenticchie in abbondante acqua salata a cui si saranno aggiunti degli aromi (io uso pepe, alloro e bacche di ginepro) e un trito di cipolla.
Al termine della cottura passare al mixer le lenticchie fino a creare una crema che verrà poi saltata in padella con del burro aromatizzato al rosmarino.

Questa crema è ottima sia per preparare crostini o bruschette sia come base per altri piatti.

RISO ALLE LENTICCHIE


Cuocere le lenticchie come indicato sulla confezione avendo cura di mettere da parte l'acqua di cottura che servirà come brodo.
Dopo aver fatto scogliere il burro e tostato il riso, aggiungere le lenticchie e una parte del brodo di cottura e cuocere il riso normalmente. A circa metà cottura del riso aggiungere la passata di pomodoro o dei pelati e continuare a cuocere aggiungendo brodo quando necessario.

Al posto delle lenticchie può essere usata la crema descritta sopra.

lunedì 23 aprile 2012

Castelnuovo Belbo: undicesimo incontro

Le emozioni primarie sono quasi finire: l'unica che ci restava da analizzare insieme era la tristezza, anche se i bambini un po' ne avevano già parlato insieme alla rabbia. Molti, infatti, avevano sottolineato come una persona arrabbiata facesse sentire gli altri che le erano vicini molto tristi.

Per vedere quanto i bambini ricordassero delle altre "emozioni" ho proposto un giochi, simile per grandi e piccoli, tranne che per alcuni accorgimenti.
In rete ho scaricato volti di persone (di ogni sesso, età ed etnia), animali e cartoni animati che rappresentassero le nostre quattro emozioni primarie; li ho stampati e tagliati.

PROPOSTA PER I PICCOLI
Ho disposto al centro della sala quattro cerchi di diverso colore  e davanti, in riga, tutte le mie tesserine.
Ad ogni bambino ho chiesto di scegliere una tessera, guardarla e farla vedere ai compagni, e quindi dire ad alta voce il sentimento che pensava fosse rappresentato. Naturalmente i compagni, avendo visto la foto, potevano commentare la scelta.
A questo punto il bambino doveva scegliere di posizionare l'immagine nel cerchio del colore che secondo lui rappresentava maggiormente il sentimento.

PROPOSTA PER I GRANDI
Ho disposto al centro della sala quattro cerchi di diverso colore  e davanti, in riga, tutte le mie tesserine. In ogni cerchio ho posizionato un emoticons: giallo felicità, rosso rabbia, blu paura e verde tristezza.
Mentre la musica suonava i bambini erano chiamati a muoversi in giro per la stanza. Quando la musica veniva stoppata a bambini dovevano prendere una tesserina e metterla nel cerchio "esatto".


Al termine abbiamo fatto un giro tra i cerchi per controllare che tutte le tesserine fossero al posto giusto e ci siamo trovati a "discutere" su alcune facce un po' ambigue che potevano essere forse messe in due cerchi diversi a seconda dell'interpretazione.

Devo dire che praticamente tutti i bambini sogno riusciti a riconoscere le emozioni viste insieme e anzi, hanno tirato fuori un'interessante osservazione: a volte si può sbagliare a riconoscere un'emozione se non si sa cosa sta succedendo. Una persona che piange non è per forza triste, perché si piange anche di felicità; una persona che urla può essere arrabbiata o impaurita e così via.

domenica 22 aprile 2012

Attività all'aria aperta: Distilleria Castelli

Ieri; nonostante io sia del tutto astemia e lo stesso "la mia metà"; siamo andati a visitare una distilleria artigianale a conduzione famigliare.
A bordo della nostra fulvietta siamo andati fino a Cortemilia, una cittadina nelle Langhe: regione storica del Piemonte conosciuta soprattutto per la produzione di nocciole D.O.C.


La Distilleria Castelli sorge sulla strada che da Vesime porta al centro di Cortemilia, quasi in faccia al tiro al piattello.
In questo periodo; fino a circa il 26 Aprile; Luigina e Sergio, i titolari, sono impegnati a distillare la vinaccia per produrre la loro ottima grappa.


La vinaccia, raccolta da produttori della zona, viene "rovesciata" nel grandissimo alambicco che, solo attraverso la forza del vapore acqueo, separa gli "alcol buoni" da quelli cattivi. Questo processo viene svolto due volte, per garantire un alto standard qualitativo.
Il prodotto ottenuto non è ancora "grappa" perché presenta una gradazione di circa 80 gradi. Il prodotto dovrà poi essere tagliato per raggiungere la gradazione alcolica desiderata.

All'esterno l'unica parte del processo di distillazione visibile è la raccolta della vinaccia esausta, che viene raccolta in grandi rimorchi.


La Distilleria Castelli dispone di una caratteristica sala degustazioni, il cui è possibile assaggiare tutti i tipi di grappa prodotti. Anche chi non capisce nulla di alcolici, come noi, è facile capire le differenze tra le varie grappe grazie alle spiegazioni di Luigina che ci ha fatto "annusare" alcuni distillati.


Poco lontano dalla Distilleria è possibile visitare anche i resti del Castello di Cortemilia, che si fa risalire al XII secolo. Attualmente le rovine si compongono di una parte della cinta muraria, della torre e di alcune costruzioni che si affacciano sul centro storico.

File:Cortemilia torre.jpg

venerdì 20 aprile 2012

Venerdì del libro: Richard Scarry

Ci conosce Zigo Zago? Il gatto Sandrino? Il gorilla Banana?


Questi sono solo alcuni dei personaggi creati da Richard Scarry (1919 - 1994).
I personaggi dello scrittore ed illustratore americano sono quasi sempre animali antropomorfizzati, che svolgono tutte le faccende che farebbe un comune essere umano: lavorano, si vestono, guidano la macchina, ... Ogni storia ha sempre un fine pedagogico: insegnare le lettere, i numeri, nuovi vocaboli, ... attraverso l'ironia e illustrazioni ricchissime di particolari.

La gran parte dei personaggi di Scarry si muove all'interno di una città immaginaria: Sgobbonia che viene presentata man mano attraverso le vicende, soprattutto lavorative, dei suoi abitanti.

Quando, recentemente, ho cercato qualche libro di Scarry in biblioteca mi hanno guardato malissimo e mi hanno detto di non conoscerlo. Mondadori, però, ha fatto uscire in questi ultimi anni delle bellissime riedizioni, alcune delle quali anche "interattive" (disegni da colorare, giochini, proposte di attività,...):




I suoi personaggi sono stati usati anche per illustrare fiabe classiche come:






Con questo post partecipo al "Venerdì del libro" di Homemademamma.

giovedì 19 aprile 2012

Cosa fare con gli avanzi dei cestini natalizi? Gnocchi alla ricotta

Non so voi, ma io in casa ho ancora un po' di "avanzi" dei cestini ricevuti a Natale. I prodotti deperibili sono stati subito consumati ed ora restano dei prodotti un po' particolari che richiedono un po' di lavoro per essere usati.
Oggi vi propongo una ricetta per usare la farina (io me ne sono ritrovata 2 kg di grano duro tra tutti i cestini): gnocchi alla ricotta.

Gli ingredienti sono molto semplici da reperire:
  • 250 gr di farina,
  • 500 gr di ricotta,
  • 120 gr di parmigiano grattugiato,
  • 2 uova,
  • sale e pepe,
  • noce moscata.
Per prima cosa si riuniscono tutti gli ingredienti in una ciotola e si inizia a lavorarli.



Io ho iniziato ad impastare nella ciotola e poi mi sono spostata su una spianatoia precedentemente infarinata. La consistenza finale dovrebbe essere simile a quella nella foto qui in basso: una bella pallona soda.


A questo punto bisogna formare tanti "serpentelli" di pasta del diametro di circa 3 cm che devono poi essere tagliati a pezzetti lunghi circa 2 cm.


Si sono così formati i gnocchetti che devono essere cotti in acqua bollente e salata fino a quando non vengono a galla.
Per condirli si può usare qualunque tipo di sugo. Io questa volta ho preparato una crema di spinaci con del prosciutto cotto croccante.


Per questa preparazione ho usato la farina di grano duro e devo dire che rende i gnocchi molto porosi, un bene per chi ama che il sugo si attacchi.

martedì 17 aprile 2012

Finocchi al prosciutto

Insieme ai piselli, i finocchi sono un tipo di verdura che non amo particolarmente; proprio per questo cerco dei modi un po' originali per cucinarli.

Per questa ricetta servono pochi e comuni ingredienti:
  • finocchi
  • prosciutto cotto
  • burro o margarina
  • parmigiano grattugiato
  • succo di limone
  • un cucchiaio di farina
  • prezzemolo
  • sale
Mettere a bollire in una pentola dell'acqua salata. Quando avrà raggiunto il bollore aggiungere: un cucchiaio di farina, un po' di succo di limone e i finocchi precedentemente puliti.
Quando l'acqua tornerà a bollire far cuocere i finocchi per una quindicina di minuti.


Scolare i finocchi e dividerli a metà.
In una padella far rosolare i finocchi e, una volta fatti saltare, disporli in una pirofila precedentemente imburrata. Mettere sopra ad ogni parte di finocchio una fettina di prosciutto, una spolverata di grana, una noce di burro e del prezzemolo.


Far cuocere in forno per 10 minuti a 200 gradi.

Animazione: gruppo in formazione

Quando ci si trova a dover animare un nuovo gruppo in formazione bisogna prestare particolare attenzione alle esigenze del gruppo nascente.


In una nuova realtà in cui non ci si conosce gli uni gli altri il primo desiderio comune è quello di trovare una base comune che accolga tutti a prescindere dalle differenze. In questa fase il gruppo "annulla le differenze" e tenta di perseguire un obbiettivo comune: quello di fare gruppo.
I giochi e le attività che l'animatore propone in questa fase devono essere:
  • semplici (con poche regole),
  • veloci (di durata limitata),
  • che non mettano in gioco particolari competenze.

La configurazione ideale, in questi giochi, è quella del cerchio in cui tutti sono inclusi e non vi è un componente che prevale. In questa fase, inoltre, è consigliata la partecipazione dell'animatore ai giochi.

Ecco qualche proposta di attività:
  • "Gioco dei saluti"
    ad ogni partecipante viene chiesto di dire il suo nome abbinato ad un gesto (che può essere eventualmente ripetuto dagli altri partecipanti);
  • "Mi sento come..."
    ad ogni partecipante viene chiesto di dire come si sente usando un animale, un fiore, ... La forma può essere: "Io sono NOME, e mi sento ...";
  • "Pistolero"
    il conduttore si mette all'interno del cerchio e indica, dicendo il nome, un bambino. Questo deve abbassarsi e i due bambini che gli sono vicini devono mimare di avere in mano una pistola e per sparare devono dire il nome del'altro. Chi lo dice prima "spara" all'altro che viene eliminato dal gioco;
  • "Pronto, chi parla?"
    il primo bambino dice "Pronto", il secondo "Chi parla?", il terzo "Parla NOME". Il terzo non dice il suo nome, ma quello di un compagno che diventerà il nome "bambino numero uno".
    In questo gioco possono essere aggiunte delle difficoltà, come il cambio giro.

Questa fase dura più di quanto si è soliti pensare: in un campeggio residenziale si stima che possa durare anche 3 giorni.
In attività in cui si pensa possano aggiungersi nuovi elementi dopo il primo incontro, è indispensabile pensare un momento di conoscenza all'arrivo di ogni nuovo membro. In questo caso il gruppo, già forte, aiuta i nuovi arrivati ad inserirsi, rendendo questo periodo più breve.

Alla fase di conoscenza segue una fase in cui è essenziale l'interazione tra i gruppi... Ma questa è un'altra storia.

lunedì 16 aprile 2012

Castelnuovo Belbo: decimo incontro

Dopo molti incontri "riflessivi" ho proposto oggi un'attività un po' più sensoriale e attiva.
Per terra ho disposto dei fogli di quotidiani fino a formare un grandissimo "tappeto rotondo". Ho quindi chiesto ai bambini di sperimentare il materiale: sentire il rumore prodotto camminandoci sopra, sfregandolo con le mani, sentire l'odore, provare a vedere se era leggero o pesante, ...
Abbiamo quindi giocato un po' con la carta ed infine abbiamo creato pezzi grandi, pezzi piccoli e polpettine (palline di carta) che abbiamo suddiviso in tre contenitori.


I contenitori sono stati poi portati nell'aula di disegno.
Ad ogni bambino è stato consegnato un grande foglio A3, della colla e la possibilità di creare, a partire da un pezzo grande, un disegno.


L'unica limitazione data ai bambini è stata quella di non usare colori, ma solo i fogli di carta di giornale.
I lavori terminati sono stati poi appesi ad asciugare nell'aula principale.

Una piccola nota sui soggetti: molti hanno riproposto temi classici come visi, paesaggi e case.
Quasi tutti hanno usato elementi tridimensionali servendosi delle palline (ad esempio per creare le guance) o di pezzettini abilmente incollati.


Una piccola nota vorrei farla al disegno qui sotto: questo è l'unico disegno in cui i ritagli di carta sono stati usati per creare il contorno di figure geometriche ben definite e tra loro non collegate per creare un disegno realistico. Il piacere di questa bambina è stato quello di riprodurre, penso, le figure scoperte con i blocchi logici.

venerdì 13 aprile 2012

Venerdì del libro: Titanic

In questi giorni ricorrono i 100 anni dell'affondamento della RMS Titanic, una nave passeggeri diventata famosa per la collisione con un iceberg la notte tra il 14 e il 15 Aprle 1912 e per il suo conseguente affondamento.

Moltissimo è stato scritto su questa nave e sulla sua storia. Oggi vi propongo qualche libro, ognuno affronta la vicenda da un punto di vista differente:


Ne "La strada in fondo al mare", di Leah Fleming, la vicenda del Titanic viene romanzata.
Il libro racconta le vicende di una famiglia imbarcata nella terza classe e di una giovane inglese imbarcata in prima classe.
Con uno stile incalzante l'autrice inglese conduce il lettore all'interno di una delle più grandi tragedie marittime dovuta non solo alle condizioni metereologiche ma anche alla superficialità del personale di bordo.

Moltissimi i testi che trattano in modo "storico" la vicenda, io vi segnalo:

Titanic. La vera storia libro di Lord Walter

"Titanic - La vera storia" uscito una prima volta nel 1995 e riedito quest'anno. Quello di Walter Lord è ritenuto uno dei resoconti più attendibili e a questo testo si sono rifatti i più famosi registi per preparare le proprie pellicole.

Per presentare l'argomento ai più piccoli, vi segnalo due libri:

La storia del Titanic

"La storia del Titanic" di Will e Mary Osborne, in cui due personaggi accompagnano i lettori a bordo del Titanic per scoprire com'era fatto, perché è affondato e in che modo è stato trovato il relitto. (Età di lettura dai 6 anni)


Il secondo libro è: "Titanic 3D. Libro pop up" di Emily Hawkins. In questo testo vengono messi in evidenza i punti salienti della vicenda del Titanic con l'utilizzo, oltre che della tecnica del pop up, anche di contributi audio.


Questo post partecipa al "Venerdì del libro" di Homemademamma.

sabato 7 aprile 2012

Buona Pasqua

Ormai la festività più importante del calendario liturgico cattolico è alle porte: domenica sarà Pasqua.

Pasqua è una festività un po' strana, perché è mobile e la sua data varia di anno in anno in quanto correlata al ciclo lunare.
La regola che fissa la data della Pasqua cristiana fu stabilita nel Consiglio di Nicea (325 d.C.): la Pasqua cade la prima luna piena dopo l'equinozio di primavera (21 Marzo). Di conseguenza essa è sempre compresa nel periodo dal 22 Marzo al 25 Aprile.
Per sapere quando saranno le prossime Pasque potete consultare questo sito che permette, una volta inserito l'anno, di conoscere le date di tutte le festività legate alla Pasqua (Mercoledì delle ceneri, domeniche di Quaresime, Pasqua, Pentecoste, Corpus Domini).


La tradizione del regalo delle uova è molto antica: in origine si regalavano uova vere dipinte, simbolo della vita che ri-inizia. Successivamente, alle uova vere, sono state sostituite uova di cioccolato con sorpresa.
L'usanza del regalo delle uova è comune anche ad altre culture del presente e del passato, come quella Cinese, Persiana o dell'Antico Egitto, dove le uova decorate venivano scambiate durante l'equinozio di primavera. In Inghilterra e in Russia, invece, al tempo di Edoardo I e dello Zar Alessandro, si registra l'usanza di donare "uova preziose": ricoperte di oro e pietre preziose. Le uova preziose più famose sono sicuramente quelle create dall'orafo Peter Carl Fabergé prima per la zarina Maria e poi diventate un'abitudine della corte russa.


Nell'augurare a tutti Buona Pasqua, vi lascio con una piccola poesia di Gianni Rodari:

Dall'uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
con il becco turchino.
Ha detto: "Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio".
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
"Viva la pace
abbasso la guerra".


venerdì 6 aprile 2012

Venerdì del libro: L'allievo

Il libro che voglio presentarvi oggi è "L'allievo" di Patrick Redmond, un autore inglese laureato in legge. Il romanzo che vi presento oggi è la sua opera prima che l'ha fatto conoscere un po' in tutto il mondo.


Il romanzo è un po' datato, infatti in Italia è uscito nel 1999, ed attualmente risulta fuori catalogo anche se gli amanti del genere thriller - noir lo citano come uno dei titoli da leggere assolutamente.
Io ne ho recentemente trovata una copia in un mercatino dell'usato, anche se la prima lettura l'avevo fatta anni addietro prendendo il libro in biblioteca.

La vicenda narrata è ambientata in un prestigioso college inglese degli anni '50 in cui sembra aleggiare qualcosa di sinistro tra le aule e il campo sportivo.
Chi, quarant'anni dopo, racconta ciò che accadde è l'unico superstite del gruppo di ragazzi coinvolti in un letale gioco che ha preso loro la mano.

Per chi volesse farsi un'idea del libro ecco l'inizio:

Lettera pubblicata dal “TIMES” – 17 ottobre 1957
The Old Rectory
Havering, Kent
Sono da più di trent’anni un fedele lettore del suo giornale, di cui ho sempre ammirato l’equilibrata visione del mondo. In effetti, ho finito per considerarlo un vecchio amico, a tal punto che un giorno trascorso senza la sua garbata compagnia mi sembrava incompleto.
Per questo motivo, ho letto con allarmata incredulità, sul numero di lunedì scorso, l’articolo di Colin Hammond Prigionieri del privilegio.
Ancora oggi, dopo dieci giorni, non riesco a capire come lei possa aver pubblicato un articolo del genere. Chiaramente Mr. Hammond è uno di questi “giovani arrabbiati” di cui si legge oggigiorno; uno sciocco arrogante la cui sola possibilità di distinguersi sta nel denigrare tutte le istituzioni care al Paese. Come ha potuto offrirgli una ribalta da cui rendere pubbliche le sue sciagurate opinioni?
L’articolo di Mr. Hammond è uno dei più deteriori esempi di giornalismo in cui mi sia imbattuto. Dopo averlo letto, posso solo concludere che Mr. Hammond non sia sano di mente, oppure che il suo desiderio di notorietà sia così grande da spingerlo a dissacrare impunemente ogni cosa pur di affermarsi.
Come può sostenere che i terribili eventi occorsi a Kirkston Abbey siano da imputare la sistema dele public schools? Come ex allievo di tali scuole (Ferrers College, 1919-1924) devo protestare contro questo insulto recato a un’istituzione per la quale ho sempre nutrito il massimo rispetto. La mia scuola, come altre dello stesso tipo, era un posto decoroso e felice, non la prigione brutale e piena di paura che Mr. Hammond vorrebbe farle credere.
I ragazzi al centro di tutto il sordido affare di Kirkston Abbey non furono “corrotti dal sistema” né “vittime del loro ambiente”. Descriverli in questi termini è un errore gravissimo.
Nulla può giustificare l’incontestabile orrore di ciò che essi hanno fatto. Non esistono scuse per un simile comportamento. Nulla – né la giovane età, né la solitudine, né la separazione dalla famiglia – può redimerli nemmeno in parte. Ciò che hanno fatto non è l’opera di ragazzi fuorviati, ma di autentici mostri.
Questo post partecipa al "Venerdì del libro" di Homemamdemamma.

giovedì 5 aprile 2012

Cartoline da una giornata piovosa

Anche una "triste" giornata di pioggia può regalare particolari molto suggestivi che, presi dal traffico e da dalla fretta, spesso non riusciamo neppure a vedere.

Quanta poesia può esserci in una goccia d'acqua o in un fiore bagnato dalla pioggia?










In questi giorni sto usando la macchina fotografica della "mia metà". Non sono un'esperta fotografa ma, grazie a qualche consiglio, penso di essere riuscita a realizzare qualche scatto carino che con la mia compattina mi sarei solo sognata.

mercoledì 4 aprile 2012

Attività all'aria aperta: Canale Industriale e Ticino in quel di Tornavento

Godendo del meteo non troppo avverso, ieri ho continuato l'esplorazione dei canali ed in particolare del Canale Industriale che avevo visto nascere qui.

La passeggiata, tutta su pista ciclo-pedonale, inizia nel comune di Lonate Pozzolo (frazione Tornavento).
Dopo aver parcheggiato l'auto in un comodo parcheggio ed aver attraversato il canale per mezzo di un ponte pedonale si arriva al tracciato che costeggiando il canale porta alla Centrale idroelettrica di Tornavento, entrata in funzione nel 1943.
La centrale è alimentata dalle acque del Canale Industriale proveniente dalla centrale di Vizzola; qui a Tornavento il Canale Industriale si allarga fino a 50 metri formando il bacino di carico della centrale, dalla quale ogni secondo 124 metri cubi di acqua mettono in funzione la turbina che arriva a produrre, ogni anno, 60.000.000 Kwh, pari al fabbisogno di 26.000 famiglie.


La Centrale è ammirabile in tutte le sue parti perché il percorso percorso pedonale la costeggia in tutta la sua lunghezza.
Vi consiglio di mantenervi sul tracciato che costeggia il canale e che porta alle chiuse della Centrale.


Da qui è possibili continuare a costeggiare il canale ed ammirare la flora e la fauna che abita i prati e i boschi del Parco del Ticino.
Una volta "stanchi" si può tornare indietro e, una volta arrivati nei pressi della Centrale, prendere il ponte che attraversa il Canale Industriale e che porta all'altra sponda. In un prato vicino alla Centrale ieri pascolava un gregge di circa mille pecore, accompagnato da dieci asini e quattro cani. I pastori, due ragazzi rumeni, ci hanno spiegato che il loro viaggio si concluderà a Busto Arsizio dove le pecore saranno caricate su grossi camion e portati nei pascoli montani.


Proseguendo sulla strada asfaltata si lascia il Canale Industriale per incontrare un'altro corso d'acqua: il Ticino, che qui si divide in due parti: a sinistra l'imbocco del canale e a destra la "Bocca di Pavia".


Continuando a passeggiare, quando si è quasi giunti al punto di partenza, si può godere della vista del "Ponte di ferro" di Oleggio.
Il ponte, inaugurato nel 1890, è l'unico sopravvissuto alla Seconda Guerra Mondiale. Costruito all'americana è composto da un parallelepipedo di ferro che poggia su pile di granito bianco.


Prestando attenzione, durante la passeggiata è possibile ammirare: anatidi, pesci e leprotti.

lunedì 2 aprile 2012

Castelnuovo Belbo: nono incontro

Oggi, durante il nono incontro del laboratorio di"educazione alla teatralità" nella scuola dell'infanzia G. Botto, abbiamo continuato a parlare di rabbia.
Per prima cosa abbiamo finito la nostra "casa dei mostri della rabbia" incollando tutti gli abitanti sulle pareti e sul tetto della casetta.


Ogni bambino si è divertito a cercare il proprio mostro e quello dei compagni.
Abbiamo poi messo un po' in movimento il corpo modificando un po' un gioco-attività già fatto in precedenza. Sulla musica i bambini dovevano muoversi, mentre allo stop della musica dovevano realizzare delle "statuine" sul sentimento chiamato da me (statuina della paura, della gioia e della rabbia).

Al termine di ogni "emozione" propongo un piccolo recupero grafico in cui, ad esempio oggi, ho chiesto di disegnare una cosa che li fa veramente arrabbiare.


A differenza della "discussione" in cui le cose che "fanno arrabbiare" erano pressoché identiche per tutti, con il recupero grafico si sono aperte nuove possibilità frutto di una riflessione più attenta dei bambini sul proprio vissuto personale.