sabato 29 settembre 2012

Post scuola

Con l'inizio delle lezioni iniziano anche i servizi collaterali alle ore di lezione come, ad esempio, il post scuola (o doposcuola).


Il servizio di post-scuola consiste nell'accoglimento, vigilanza ed intrattenimento degli alunni di una o più scuole in un ambiente che molto spesso si trova all'interno edificio scolastico.


Molti genitori pensano a questo servizio come un "parcheggio" dove i figli possono svolgere tutti i compiti, tornando così a casa senza particolari incombenze. In realtà un buon servizio di post-scuola non dovrebbe solo prevedere uno spazio compiti ma anche momenti di socializzazione ed attività creativo/espressive.
In base alla durata del servizio può essere proposto un percorso ad hoc che, come tutti gli interventi animativi, deve partire da un momento di conoscenza (sia tra i piccoli utenti sia tra utenti ed animatore oltre che tra animatore e famiglie) per passare poi ad attività che favoriscano la nascita e l'evoluzione del gruppo.


In questo spazio molto spesso i bambini possono "scaricare" le tensioni accumulate durante la giornata scolastica sperimentando una modalità di interazione differente, pur restando sempre all'interno del contesto scolastico. Proprio per questo è bene fin da subito delimitare il luogo ed il tempo del "post-scuola": un luogo diverso dall'aula scolastica in cui vigono regole differenti che i bambini devono aver ben chiare.

mercoledì 19 settembre 2012

Arti espressive

Che cos'è l'arte?
Il dizionario ci dice che si può definire arte ogni attività umana che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza.


Nelle "arti espressive" l'accento viene posto sulla capacità di trasmettere emozioni e quindi l'arte, in questa eccezione, non viene considerata un linguaggio ma al contrario un'espressione personale che deve essere interpretata soggettivamente.


Lavorare con le arti espressive con un gruppo significa lavorare sul "singolo inserito in un gruppo" in un clima non giudicante in cui a tutti i partecipanti è data la possibilità di esprimersi.
Decidere l'utilizzo di una tecnica espressiva piuttosto che un'altra presuppone, senza ombra di dubbio, la conoscenza delle varie tecniche. La conoscenza deve provenire dalla sperimentazione dei vari materiali e delle proprie potenzialità.


Un progetto di "arti espressive" in una scuola dell'infanzia potrebbe prevedere tre grandi aree tematiche:
  • l'espressione corporea;
  • la manipolazione di materiali;
  • l'espressione musicale.
Ho volutamente tralasciato l'espressione verbale perché questo aspetto viene molto sviluppato durante le normali ore di lezione mentre altri vengono tralasciati per svariati motivi.

Gli studi sostengono che un'attento sviluppo delle capacità osservative può essere molto utile nel percorso scolastico favorendo la letto-scrittura.
Inoltre, per uno sviluppo armonico, tutti i sensi dovrebbero essere sollecitati in egual misura mentre nella nostra società l'udito e la vista sono i due sensi predominanti.

lunedì 17 settembre 2012

Trekking in Valle d'Aosta: Arolla

Sabato abbiamo vissuto quest'esperienza del trekking fotonaturalistico dalla frazione di Lillaz (Cogne) al casotto del guardaparco all'Arolla.

La partenza del sentiero numero 15 si trova nella immediate vicinanze del camping.
Come ci ha spiegato la nostra guida in Valle d'Aosta i sentieri sono segnati in giallo, mentre i caratteristici segni rosso/bianchi indicano il confine tra proprietà privata e proprietà pubblica e seguono quindi le mappe catastali. Inoltre i numeri dei sentieri ripartono da 1 in ogni singola vallata, quindi in caso di problemi per essere rintracciati oltre al numero del sentiero è necessario indicare anche la valle in cui ci si trova e possibilmente anche l'altitudine (segnalando quanto si è più o meno distanti dalla linea del bosco).


Il tratto iniziale, dopo un primo tratto in salita su strada sterrata, giunge ad un ponticello che dovrebbe segnare, in inverno, l'inizio dell'anello di fondo.


Dopo pochi passi il sentiero inizia a salire sulla destra, lasciando a sinistra sul lungofiume la pista di fondo.
Da qui il sentiero sale più o meno dolcemente seguendo il vallone della Valeille offrendo bellissimi scorci sulle montagne circostanti.


Dopo circa un'ora e mezza di cammino il sentiero si divide ed inizia a scendere verso il fiume che abbiamo riattraversato su di un ponte di legno. Questo punto segna la fine del sentiero "pianeggiante", da qui il tracciato inizia ad inerpicarsi ripido fino a quota 2258 m affrontando in pochi chilometri 300 m di dislivello.


La salita, almeno per noi che non sia allenati, è stata veramente dura, anche perché sino all'ultimo non si vede l'arrivo.
Il casotto dell'Arolla viene abitato per alcuni periodi dal guardaparco, che da qui parte per perlustrare le montagne vicine abitate da stambecchi, daini, aquile, ... Purtroppo, a causa del caldo, noi non abbiamo potuto vedere nessun animale.


La guida ci ha spiegato che gli ungulati sono privi di ghiandole sudoripare e per questo si spostano sui versanti delle montagne per far aumentare/diminuire la temperatura corporea.
Sulle montagne, sotto il livello dei pascoli alpini, si possono invece scorgere i nidi delle aquile. Il posizionamento dei nidi è dovuta al fatto che le aquile, in questo modo, possono trasportare le prede "in discesa".

venerdì 14 settembre 2012

Corso di fotografia

Domani, io e la "mia metà", andremo a fare un piccolo corso di fotografia naturalistica di un giorno in Valle d'Aosta.
Il trekking fotonaturalistico è organizzato da Altre Luci che, per questo appuntamento, prevede la partenza da Cogne a cui seguirà una passeggiata immersi nella natura (con pranzo al sacco). Dopo la ridiscesa a valle è prevista una lauta merenda e un assaggio di tecniche di editing sulle foto scattate.

L'escursione che affronteremo partirà da Lillaz, frazione di Cogne famosa per le sue cascate, e terminerà al casotto del guardaparco ad Arolla passando più volte per caratteristici ponticelli di legno su torrenti alpini. Praticamente seguiremo questo percorso.


mercoledì 12 settembre 2012

Estate 2012: Clusone

La meta di una delle mie gite fuori porta è stata Clusone, un comune della bergamasca considerato parte della Val Seriana, anche se geograficamente apparterrebbe al bacino dell'Oglio.


L'opera artistica più famosa del paese si trova sulle facciate del palazzo comunale: l'orologio astronomico.
La particolarità più grande di questo orologio è il fatto di "girare in senso antiorario" per seguire l'andamento del sole che in questo particolare punto sorge a sinistra e tramonta a destra. Gli altri quadranti concentrici indicano la data (mese e giorno), il segno zodiacale, la durata della notte, ...


Alle spalle del palazzo comunale, nella strada più alta della città, sorge la monumentale Basilica di Santa Maria Assunta.
L'edificio, che la tradizione vuole essere sorto sopra dei resti di un'antico tempio romano, è stato eretto tra il 1688 e il 1698 su disegno di Quadrio, un architetto della Fabbrica del Duomo di Milano.
Sulla stessa piazza sorge l'Oratorio dei Disciplini, voluto dall'omonima confraternita come sede del proprio ordine.
L'edificio, dalla pianta molto semplice, possiede un noto ciclo di affreschi del 1485 creati da un pilota locale.


L'affresco più famoso, visibile all'esterno, è sicuramente la "danza macabra".
Il dipinto può essere letto dall'alto verso il basso: in alto il trionfo della morte, a sinistra; sempre nello stesso registro; è rappresentato l'incontro tra vivi e morti. Nel registro mediano troviamo la vera e propria danza macabra dove scheletri danzano con varie figure. Nel registro inferiore, quello più rovinato, troviamo il giudizio universale.

Alle spalle della chiesa e dell'oratorio, in un nuovo edificio da poco restaurato, si trova il "Museo della Basilica": una bella raccolta di paramenti sacri, ostensori, decorazioni e ricordi dell'allora patriarca di Venezia Angelo Giuseppe Roncalli, divenuto Papa con il nome di Giovanni XXIII.

Passeggiando per le vie si possono incontrare esempi di arte del XVI e XVII secolo sulle facciate dei molti palazzi storici e delle piccole chiese.

martedì 11 settembre 2012

Estate 2012: Oneta e Camerata Cornello

Vicino a San Giovanni Bianco sorge l'abitato di Oneta, una piccola frazione che secondo la leggenda avrebbe dato i natali alla famosissima maschera della Commedia dell'Arte di Arlecchino.

Gruppo Arlecchino e gli Zanni

La contrada è famosa proprio per l'edifico signorile di epoca quattrocentesca , noto come Casa di Arlecchino.
Storicamente il palazzo apparteneva alla potente famiglia locale dei Grataroli che aveva avuto grande fortuna a Venezia. La leggenda vuole che forse proprio uno dei servi della famiglia, dotato di particolari doti artistiche, iniziò ad interpretare nei teatri la parte del servo balordo ed opportunista. Lo zanni bergamasco offriva al pubblico veneziano l'occasione di gustose risate ed esilaranti gag. L'evoluzione di questa primitiva maschera portò alla nascita del moderno Arlecchino che spopolò su tutti i maggiori teatri europei.
All'interno della casa si trova un pregevole ciclo di affreschi la cui particolarità è quella di non rappresentare scene religiose ma l'ascesa laica della famiglia Gratiroli al termine del '400.

A lato della chiesetta del Carmine si trova il sentiero che in 45 minuti porta, seguendo l'antica Via Mercatorum, a Camerata Cornello, patria della famiglia Tasso.


Il sentiero sembra stato sistemato da poco ed offre una pianeggiante passeggiata per molti tratti pianeggiante e all'ombra.
I più grandi dislivelli si trovano quando si è ormai giunti all'abitato di Camerata Cornello, comune di 630 abitanti che ha volutamente scelto di essere inaccessibile alle vetture.


Questo piccolo borgo è famoso in tutto il mondo per essere la patria del moderno servizio postale.
Secondo la tradizione fu Omodeo Tasso che con alcuni parenti, nel XIII secolo, istituì un gruppo di corrieri al soldo di Venezia. Questo nucleo si ingrandì fino a raggiungere i 32 elementi e prese il nome di Compagnia dei Corrieri.
La fama di quest'"impresa famigliare" crebbe fino ad ottenere, da parte dell'Imperatore Missimiliano I, l'incarico di distribuire la posta all'interno del Sacro Romano Impero.


Arrivando dal sentiero si è accolti dalle rovine del Palazzo Tasso, un tempo luogo strategico per gli avvistamenti data la sua posizione dominante sulla valle.
All'interno del borgo, disseminato in diverse sedi espositive, può essere vistato gratuitamente il Museo dei Tasso, interamente dedicato all'evoluzione del servizio postale.


Procedendo alla scoperta del borgo di certo ci si troverà a passare sotto questi portici, un tempo centro del mercato cittadino, che collegano le due porte di accesso al paese.
Altro punto di interesse è sicuramente la chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Cornelio e Cipriano risalente al  XII secolo.

lunedì 10 settembre 2012

Estate 2012: Livigno

Quest'estate, con la "mia metà", avevamo in programma un tour della Svizzera in camper ma visto la tonsillectomia, le emorragie che mi sono venute dopo una settimana e l'ancora scarsa alimentazione abbiamo optato per una cosa più soft: 5 giorni a Livigno.


Livigno è un comune italiano di poco più di 6000 abitanti della provincia di Sondrio, in Lombardia, ed uno dei comuni più popolati posti sopra i 1500 metri di altitudine. Nel territorio comunale è compreso anche l'abitato di Trepalle, che si sviluppa fino a 2250 metri s.l.m., e che è a tutti gli effetti l'abitato più alto d'Europa.
Livigno è attraversata da un torrente, lo Spol, che convoglia le sue acque nell'Eno e da questo nel Danubio.


L'origine di Livigno non è del tutto nota ma si sa che nell'ottavo secolo l'abitato venne ceduto dal Convento dei Cappuccini di Mazzo alla Comunità di Bormio in cambio di una botte di vino.
I rapporti economici, sociali e politici erano prevalenti verso la confinante area Svizzera dei Grigioni , anzichè verso i padroni di Bormio verso i quali era in atto un contenzioso permanente. Allo stesso tempo si mantenevano importanti rapporti sociali con l'Engadina anche per la maggiore facilità di accesso.
Nel 1600 - 1700, grazie all'appoggio svizzero, Livigno riuscì ad ottenere importanti riconoscimenti da Bormio e alla fine del 1700 l'Impero Austriaco riconobbe ufficialmente l'autonomia della Comunità di Livigno; mentre nel 1805 il Comando di Napoleone di Morbegno emise un decreto di riconoscimento ufficiale delle franchigie di Livigno.
Con la Legge 17 luglio 1910, n. 516, Livigno venne istituita come zona extradoganale e da allora è esente da alcune imposte, come ad esempio l'IVA. Le origini della zona franca si fanno risalire, però, a tempi molto antecedenti: sin dal 1538  la Contea di Bormio concesse alla comunità di Livigno speciali deroghe che vennero successivamente riconfermate nel corso dell'Ottocento e del Novecento.

Per il nostro soggiorno abbiamo scelto un hotel appena fuori dal centro, sulla discesa che da Trepalle porta all'isola pedonale, ben collegato con il resto di Livigno da due linee gratuite di autobus (la verde e la blu).
Prima di partire avevamo fatto molti progetti sulle cose da vedere e da fare ma una nevicata imprevista, il 30 Agosto ci ha "costretto" a rivedere un po' i piani.


Sfruttando il paesaggio "invernale" abbiamo deciso di pranzare al Mottolino, in estate un Bike Park ed in inverno la partenza per bellissime sciate. Il rifugio si trova proprio alla fine della moderna telecabina che in poco più di 10 minuti porta dal paese alla vetta.
In estate viene proposto un biglietto molto conveniente che permette di acquistare il biglietto di andata/ritorno e il pasto al rifugio (si può scegliere tra tutto il menù) a 23,00 euro.


Domenica 1 Settembre, sfruttando la bella giornata abbiamo deciso di "tornare in Italia" con le ferrovie svizzere.
Dopo aver guardato tutti i volantini che pubblicizzano viaggi organizzati da Livigno per il Trenino Rosso abbiamo deciso di fare tutto da noi: in macchina, attraverso il Passo della Forcola, abbiamo raggiunto la fermata Diavolezza dove abbiamo potuto fare i biglietti alla macchinetta automatica (in italiano e con possibilità di pagare con carta di credito, evitando così resto in franchi e cambio sconveniente).


La fermata di Diavolezza ha alcuni vantaggi: un grandissimo parcheggio gratuito proprio di fronte ai binari e la possibilità di ammirare bellissimi paesaggi nel tragitto verso Tirano, il capolinea italiano.
La prima attrattiva, segnalata anche da un nastro registrato in molte lingue, è la fermata al Passo del Bernina, a 2253 m. s.l.m., sulle sponde del Lago Bianco.


Da questo punto inizia la discesa verso Poschiavo, passando per l'Alp Grum (2000m s.l.m.) e per caratteristici paesini svizzeri, ottimi punti di partenza per passeggiate a piedi o in montain bike.


Il trenino costeggia poi il Lago di Poschiavo con la sua stupenda cornice di montagne.


Il tragitto è poi una lunga discesa fino ad uno dei simboli della ferrovia retica: il viadotto elicoidale di Brusio che permette al trenino di affrontare dolcemente i trenta metri di dislivello.
A lato della ferrovia è possibile osservare una costruzione in pietra simile ad un igloo, anticamente usata per la conservazione dei cibi.


Una volta giunti a Tirano abbiamo avuto giusto il tempo di pranzare in un bellissimo ristorantino nel centro storico prima di riprendere il treno.


Lunedì, complice un'altra bella giornata, abbiamo deciso di camminare un po': partendo dall'hotel abbiamo preso la pista ciclo pedonale in direzione latteria: la passeggiata costeggia il fiume Spol su un tracciato pianeggiante, asfaltato e circondato da prati e aree gioco/pic nic.
Giunti alla Latteria di Livigno, dove è possibile effettuare visite guidate ed assaggiare i prodotti tipici, è possibile continuare su un tracciato sterrato fino al Ristoro Val Alpisella.


Il sentiero costeggia il Lago di Livigno ed è percorribile sia a piedi che in bici per un tratto di quasi 3 km che porta prima al Ponte delle Capre e dopo pochi metri al ristoro dove è possibile pranzare al self-service o al ristorante.


L'ultimo giorno di vacanza, come tutti i turisti che raggiungono Livigno per una giornata, ci siamo dedicati allo shopping salutando così la cittadina valtellinese.